Zona Archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia
Importante città militare di frontiera fin dall'epoca repubblicana, divenne una delle capitali dell’Impero romano sotto Massimiano. Nel 452 d.C. fu infine distrutta dalle orde degli Unni di Attila, non tornando mai più agli antichi splendori.
Aquileia si trova in Friuli-Venezia Giulia ed era una delle principali città dell’Impero Romano, fondata nel 181 a.C. come colonia militare sulle rive del fiume Natisone, all’epoca navigabile, a pochi chilometri dal mare. Aquileia può essere considerata un eccezionale esempio di antica città romana perfettamente conservata anche perché, in gran parte, non è ancora stata riportata alla luce.
Aquileia diventa presto uno dei principali porti dell’Adriatico e, come conseguenza, anche una grande città cosmopolita, crocevia di religioni e culture. Oggi, la sua area archeologica è tra le più importanti d’Italia e per questo dal 1998 la città è inserita nelle liste del Patrimonio UNESCO.
Foro romano di Aquileia
Il foro si estendeva per circa 115 metri in lunghezza e 57 in larghezza, affiancato sui lati lunghi da due ali di portico-colonnato, sovrastato probabilmente come nel forum di Brescia, da una lunga balaustra marmorea ornata di statue.
La piazza si trovava esattamente all'incrocio tra il decumano massimo ed il cardo massimo. Su entrambi i lati si aprivano delle tabernae (simili alle nostre botteghe, negozi). Su uno dei lati del Foro si affacciava probabilmente la Zecca imperiale della città di Aquileia dell'epoca di Diocleziano. In fondo alla piazza, lungo il lato meridionale, c'era la basilica dove si esercitava l'attività amministrativo-giuridica del senato cittadino. La basilica, di epoca severiana, fu costruita seguendo l'esempio della Basilica Ulpia del Foro di Traiano a Roma, con due absidi alle due estremità ed un ambiente interno diviso in tre navate, le cui misure totali erano di 77 per 29,5 metri circa. A nord del forum poi vi era la curia e comitium, paragonabile oggi al nostro municipio del comune ed il Macellum (mercato).
Basilica di Santa Maria Assunta
La basilica patriarcale di Santa Maria Assunta è il principale edificio religioso di Aquileia e antica chiesa cattedrale del soppresso patriarcato di Aquileia.
Risalenti al IV secolo i resti più antichi, l'attuale basilica venne edificata nell'XI secolo e rimaneggiata nel secolo XIII. Sorge a lato della via Sacra, affacciando su piazza del Capitolo, assieme al battistero e all'imponente campanile.
Cripta degli affreschi
Ubicata sotto il presbiterio, vi si accede tramite una piccola porta vicino alla gradinata che porta al presbiterio. Originariamente era costituita da una stanza quadrata, divisa in tre navate, con numerosi capitelli ancora presenti e fu costruita con la ristrutturazione voluta dal patriarca Massenzio all'inizio del IX secolo per custodire le reliquie dei santi locali. Assunse la forma attuale in epoca popponiana, XI secolo, con l'aggiunta dell'abside. L'intera cripta, colonne comprese, è affrescata con Storie della vita di Gesù e di Maria (pareti laterali e lunette), figure di santi (sguangi delle volte) e con quelle della Vita di san Marco e di san Ermacora (volte). È presente anche una dormitio Virginis e in basso, nello zoccolo, è raffigurato anche uno scontro fra un cavaliere occidentale ed uno orientale (quest'ultimo è volto all'indietro mentre punta l'arco). Lo stile è ancora bizantino e si fanno risalire alla seconda metà del XII secolo, con gli interventi di Ulrico di Treven, anche se taluni studiosi spostano la datazione alla prima metà dell'XI secolo.
Südhalle
Ai lati del Battistero, sorgevano due ampie sale simmetriche di forma rettangolare, scoperte a partire dal 1893 e denominate dagli archeologi austriaci rispettivamente Nordhalle (sala nord) e Südhalle (sala sud), che completavano il grande complesso basilicale. Entrambe le saBenché scoperto da più di cento anni, il mosaico della Südhalle (sala sud) è visitabile solo dal 2011, all’interno dell’edificio museale appositamente realizzato.
L’ampio tappeto musivo si compone di tre campi distinti. I due laterali mostrano un reticolo di cerchi e fusi alternati, con all’interno dei quadrati messi di punta decorati da motivi geometrici. Il campo centrale si articola invece in ottagoni raccordati da un elaborato sistema di rombi e parallelepipedi: all’interno degli ottagoni vi sono figure di animali (tra cui un agnello). opo la fase di utilizzo, l’area corrispondente alla Südhalle, ormai distrutta, venne adibita in età medievale a luogo di sepoltura, come mostrano le numerose tombe che in più punti hanno intercettato l’originaria superficie musiva.
Domus di Tito Macro
La “Domus di Tito Macro”, una delle più vaste dimore di epoca romana tra quelle rinvenute nel Nord Italia, copre una superficie di 1.700 metri quadrati e rappresenta un unicum in Europa. L’abitazione si estende per circa 77 metri in lunghezza e 25 in larghezza massima, tra due strade lastricate della città (cardini) all'interno di uno degli isolati meridionali della colonia, fondata nel 181 a.C., dal quale provengono il celeberrimo mosaico del ratto d’Europa, il bellissimo pavimento con tralcio di vite con fiocco e il ‘pavimento non spazzato’, ora esposti al Museo Archeologico Nazionale, e il mosaico del Buon Pastore, provvisoriamente collocato a Palazzo Meizlik.