Skip to main content

La lunga storia del Museo di Storia Naturale di Milano

di Giorgio Chiozzi
21 Dic, 2024
96

La lunga storia del Museo di Storia Naturale di Milano si riflette nelle importantissime collezioni internazionali e nelle affascinanti esposizioni visitate ogni anno da centinaia di migliaia di persone.

Una storia di amicizia

Il Museo di Storia Naturale di Milano è il più antico museo della città di Milano e il più antico museo civico di storia naturale italiano. Le sue origini datano al fortunato incontro tra due giovani e appassionati naturalisti: il nobile e facoltoso milanese Giuseppe De Cristoforis e il botanico di origini ungheresi Giorgio Jan. I due si conobbero nel 1828 in un momento economicamente difficile per lo Jan. Divenuti amici per comuni  interessi e ideali, nel 1832 si decisero a riunire in un'unica collezione il frutto delle loro raccolte, soprattutto erbari, insetti e campioni mineralogici. Ben presto poterono offrire competenze e materiali a chiunque ne fosse interessato. Nacque così la società De Cristoforis e Jan che, su modello di altre analoghe realtà europee, vendeva duplicati di esemplari e raccolte naturalistiche con gli scopi principali di contribuire alla divulgazione delle scienze naturali e di promuovere la conoscenza naturalistica dell'Italia.

Nasce il Museo di Storia Naturale di Milano

Alla morte del De Cristoforis nel 1837, il Museo di Storia Naturale De Cristoforis-Jan passò in eredità al Comune di Milano con la clausola che lo Jan ne fosse il conservatore stipendiato. Dopo un battagliato confronto con il Comune di Milano, lo Jan rinunciò ai suoi diritti di proprietà sulla collezione ricevendo in cambio l'incarico di Direttore. La data di approvazione della convenzione da parte del Consiglio Comunale, il 7 maggio 1838, viene considerato il giorno di fondazione del Museo di Storia Naturale di Milano. Le collezioni furono collocate nell'ex-convento di Santa Marta dove rimasero dal 1838 al 1863.

Dal museo in Palazzo Dugnani all'attuale sede

Il museo venne inaugurato ufficialmente e aperto al pubblico il 9 settembre 1844 in occasione del VI Congresso degli Scienziati Italiani tenutosi a Milano. Già all'atto del trasferimento in Santa Marta si pensava che questa non fosse la sede definitiva. Infatti, già nel 1847, il Consiglio Comunale aveva stabilito che il museo dovesse trasferirsi in Palazzo Dugnani, residenza nobiliare situata in posizione diametralmente opposta all'attuale sede di Corso Venezia. Ciò avvenne in poco più di due mesi, tra il marzo e il giugno 1863.

Nel periodo di permanenza del museo in Palazzo Dugnani il museo si arricchì di nuove collezioni, implementando in particolare quelle dei vertebrati, poco rappresentati nelle raccolte originali. In particolare, fu costituita da Jan, scopertosi erpetologo, un'importantissima collezione di serpenti comprendente specie di tutto il mondo e un numero elevatissimo di tipi. Questa ingente raccolta fu pubblicata privatamente da Jan e splendidamente illustrata da Ferdinando Sordelli nell'Iconographie Générale des Ophidiens del 1860. Alla morte di Jan nel 1866, la direzione del museo passò allo zoologo e paleontologo Emilio Cornalia che già figurava nel personale scientifico del museo. Cornalia era anche presidente della Società Italiana di Scienze Naturali che egli stesso aveva contribuito a fondare nel 1856 sul modello delle analoghe società naturalistiche presenti nell'Impero asburgico.

L'intensa attività di ricerca e di raccolta portata avanti in quegli anni culminò nel 1884 con la donazione dell'ingentissima raccolta ornitologica dei fratelli Turati avvenuta dopo la morte del conte Ercole nel 1881. Tuttavia, i quasi 21.000 esemplari di uccelli provenienti da ogni parte del mondo, che costituivano allora la collezione ornitologica più importante e ammirata d'Italia, avevano bisogno di uno spazio enorme e Palazzo Dugnani era ampiamente inadeguato. L'abate Stoppani, direttore succeduto a Cornalia, ottenne, grazie al suo prestigio e alla sua motivata insistenza, di avere una nuova sede per il museo. Fu così che fu costruito, tra il 1890 e il 1906, il palazzo di Corso Venezia che oggi noi tutti conosciamo. Il progetto di Giovanni Ceruti si configurava come un unicum per l'Italia dell'epoca: il primo esempio italiano di un edificio costruito allo scopo di contenere un museo.

Tigre siberiana

Da Stoppani all'incendio del 1943

Il Museo di Storia Naturale di Milano ha sempre avuto una vocazione internazionale, cosa ben rappresentata nelle sue raccolte antiche ed attuali e nelle sue ricerche scientifiche. Esemplari di animali, di piante e di minerali delle più svariate provenienze arricchiscono le sue raccolte e abbelliscono le sue esposizioni. Per esempio, dal 1871 vi figura una coppia di granchi giganti giunti dal Giappone poco dopo l'apertura delle frontiere di questo Paese all'Occidente. In particolare, con l'avvento del colonialismo in Italia dagli anni '70 dell'Ottocento, il museo iniziò a ricevere collezioni e a raccogliere attivamente nel Corno d'Africa e in Libia. Di particolare importanza sono le raccolte effettuate tra gli anni '20 e gli anni '30 del Novecento dai conservatori del Museo. Tra questi spiccano in particolare i nomi di Giuseppe Scortecci, naturalista eclettico ma soprattutto erpetologo, che viaggiò in Somalia, Eritrea e Libia, e di Edgardo Moltoni, ornitologo di ampia cultura naturalistica, che visitò a più riprese la Libia. A questi si deve aggiungere Ardito Desio, salito alla ribalta per avere guidato la conquista italiana del K2, che fu conservatore di geologia al Museo dal 1924 al 1927 e che fece importanti osservazioni e raccolte in Libia.

Purtroppo, gli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale non risparmiarono il museo che nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1943 fu pesantemente colpito da un raid aereo britannico sulla città di Milano. Il museo fu devastato da un incendio causato da spezzoni incendiari e dagli spostamenti d'aria delle bombe ad alto potenziale cadute nei Giardini Pubblici. Tra le collezioni andate perdute vi furono le raccolte di Jan, Cornalia e Stoppani incluse l'importante raccolta di serpenti del mondo e la magnifica Raccolta Ornitologica Turati. Solo pochi esemplari di queste due straordinarie raccolte si salvarono dai bombardamenti del 1943 e alcuni esemplari della Raccolta Turati sono tuttora in esposizione, come il perfetto esemplare di alca impenne, uno dei pochi ancora presenti nei musei di tutto il mondo. La distruzione fu immane e il personale del museo dovette rimboccarsi le maniche per aprire di nuovo al pubblico e ricostituire le collezioni. Il museo riaprì nel 1952 sotto la direzione di Edgardo Moltoni cui si deve anche l'instancabile opera di ricostituzione della collezione ornitologica.

Scipionyx samniticus

Le collezioni attuali

Il patrimonio di esemplari conservati presso il Museo di Storia Naturale di Milano è ingentissimo e si calcola su alcuni milioni di esemplari di organismi attuali, organismi fossili, minerali e rocce. Nella seconda metà del Novecento furono introdotte due nuove sezioni, quella di paletnologia e quella di botanica che comprende l'erbario e la preziosa xiloteca Cormio. In particolare, l'erbario è stato notevolmente arricchito fino a superare oggi i 50.000 fogli ed è in continuo incremento. Importanti incrementi sono anche quelli relativi alla raccolta di fossili mesozoici dei giacimenti di Osteno e di Besano, scavi intrapresi inizialmente all'epoca di Stoppani e poi ripresi con intensità a partire dagli anni '80 del Novecento. Gli scavi hanno restituito importantissimi ritrovamenti di invertebrati, inclusa una nuova Classe di artropodi, i Thylacocephala, e di vertebrati. Attualmente, la ricerca in campo paleontologico si è concentrata su questa Classe, con studi sui rettili mesozoici italiani, come l'ittiosauro Besanosaurus leptorhynchus descritto nel 1996, e i dinosauri, con la descrizione nel 1998 dello straordinario fossile di Scipionyx samniticus (più noto come "Ciro"), e di Saltriovenator zanellai descritto nel 2018. Notevolissima la raccolta di insetti, che da sola conta almeno due milioni di esemplari e che comprende importanti collezioni attuali e storiche con alcune centinaia di tipi. I vertebrati, circa 57.000, inclusi numerosi tipi, sono soprattutto rappresentati dagli uccelli che contano più di 37.000 esemplari naturalizzati, pelli, scheletri, uova e nidi. Tra i mammiferi, degna di nota per qualità e numero, è la raccolta di scheletri di cetacei dei mari italiani recuperati soprattutto dagli anni '80 del Novecento da spiaggiamenti lungo le coste italiane.

Le esposizioni e il pubblico

Il Museo di Storia Naturale di Milano dispone di uno spazio espositivo complessivo di 5000 metri quadrati suddivisi in ventitré sale disposte su due piani. Al piano rialzato sono state recentemente rinnovate due sale, quella dedicata ai minerali e quella dedicata alla storia naturale dell'uomo, caratterizzate da un approccio museografico innovativo, da splendidi e iconici esemplari e contenuti scientifici aggiornati. Al piano superiore si pone l'enfasi sulla biogeografia e sull'ecologia degli ambienti naturali terrestri e marini, con l'esposizione di un centinaio di accuratissimi diorami realizzati tra il 1965 e il 2017. Il grosso dei diorami, tuttavia, è stato esposto negli ultimi quarant'anni con un picco di realizzazioni tra il 1988 e il 2010. Gli ultimi diorami aperti al pubblico sono quelli assai spettacolari della sala delle foreste tropicali.

In un prossimo futuro è previsto il rinnovamento di tre piccole sale, ora dedicate alla sistematica dei vertebrati dove vari temi, dalla filogenesi, alla biogeografia, al rapporto tra forma e funzione, all'ecologia ed etologia, saranno affrontati in modo trasversale nell'intero phylum dei Cordati.

La nuova sezione dedicata all'evoluzione dell'uomo, Museo di Storia Naturale di Milano.

Per la sua ricchezza espositiva e per il suo attento approccio alla divulgazione per tutte le fasce di età, il Museo di Storia Naturale di Milano è stato premiato dall'affluenza del pubblico confermandosi nel 2024 come il secondo museo milanese più visitato da grandi e piccini.