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Abbazia di San Vittore alle Chiuse

di Renate Mussini
12 Ago, 2021
902

L’abbazia di San Vittore delle Chiuse è una delle chiese in stile romanico più belle ed importanti delle Marche. Venne costruita dai longobardi verso la fine del 900 d.c. nella terra di nascita di San Benedetto, a cui sembrerebbe che la chiesa sia stata dedicata.

Sorta come chiesa conventuale benedettina di un complesso monastico documentato fin dal 1007, la sua edificazione dovrebbe risalire al periodo 1060-1080. Si tratta di una delle più importanti ed antiche testimonianze dell’architettura romanica nelle Marche e nonostante pesanti restauri novecenteschi mostra ancora l’articolazione volumetrica originale. All’inizio del XIII secolo il convento raggiunge il periodo di maggiore splendore, esercitando la giurisdizione su 42 chiese e su vasti beni e territori. Dopo una lunga decadenza, nel XV secolo l’abbazia fu soppressa; del complesso monastico rimangono solo pochi ambienti.

La chiesa, costruita in pietra calcarea, presenta una pianta a croce greca iscritta in un perimetro quasi quadrato, con quattro colonne che dividono la chiesa in nove campate coperte da volte a crociera a parte quella centrale sulla quale si imposta una cupola con tiburio ottagonale, poggiante sulle colonne, tramite arconi e pennacchi a tromba. Sono presenti cinque absidi semicircolari lungo il perimetro: una su ciascun fianco e tre sul lato absidale a oriente. La facciata è caratterizzata da una bassa torre cilindrica e da un alto torrione quadrangolare che probabilmente ha sostituito l’altra torre cilindrica in epoca successiva. Le due torri e la compatta volumetria contribuiscono a dare alla chiesa un aspetto di fortezza.

Alcune caratteristiche della chiesa come la pianta a croce greca iscritta in un quadrato, la disposizione delle absidi, la facciata con atrio chiuso tra due torri, quasi a costituire un westwerk e il trattamento decorativo esterno con archetti pensili, sono condivise da un gruppo ben definito di chiese marchigiane extraurbane, con volume esterno massiccio e quasi cubico. Si tratta in particolare della chiesa di San Claudio al Chienti (ritenuta la capostipite della serie), l’abbazia di Santa Maria delle Moie e la chiesa di Santa Croce di Sassoferrato.

Generalmente lo schema planimetrico a pianta centrale è stato riferito ad una influenza bizantina. Di recente è stato invece sostenuta la sostanziale indipendenza della costruzione da modelli orientali e la sua derivazione invece da modelli occidentali di origine nordica, variamente rintracciabili in chiese tedesche, normanne, lombarde e pugliesi. Anche nel sobrio trattamento delle superfici murarie esterne, con archetti ciechi e lesene potrebbe essere riconosciuto un’influenza dell’architettura lombarda.

All’interno la struttura si presenta spoglia, fatta eccezione per una particolare incisione nei pressi della porta a sinistra dell’altare, che sembra raffigurare un otto o un simbolo dell’infinito in verticale del quale non si conosce scopo o significato. Taluni hanno ipotizzato che possa essere stato lasciato da cavalieri templari.


Abbazia di San Vittore alle Chiuse
Via S. Vittore – 60040 Genga (Ancona)
Tel. 0732.90055 (Parroco) 0732.973014 (turismo)

Orario visite: dalle 9.00 alle 19.00 tutti i giorni.